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Calda d’amor la lïonessa obblìa
I cari figli, furïosa errando
A la campagna; sanguinose stragi
Fan gli orsi informi per le selve, e smania
400L’orrida tigre: ahi! periglioso allora
Saria di Libia il traversar le arene.
Non vedi tu qual tremito ricerchi
Ogni fibra al destrier, sol che a le nari
L’aura da lungi il noto odor trasporti?
405Rapido ei fugge, nè la dura sferza,
Nè il ferreo morso più, nè scoglio, o rupe,
Nè frapposto il ritien gonfio torrente.
E il feroce cignal urta grugnendo
Le folte macchie, aguzza i denti, e il suolo
410Raspa, e fregando a gli alberi le coste
L’ispido dorso a le ferite indura.
Che poi non oserà giovine incauto,
A cui nel sen sua vïolenta face
Agiti il crudo amor? Misero! ahi solo
415Di cupa notte in tempestoso mare
Gittasi a nuoto: invano a lui sul capo
Tuona e balena il ciel, tra scogli infranto
Mugghiagli invano il gonfio flutto; ei nulla
Ode, o paventa; nè il suo rischio, o il pianto
420Dei genitor, nè l’infelice amante
Che di dolor ne morirà, lo arresta.