Stringasi il solco genital, ma schiuda
Facile il varco, e sitibondo attragga,
E custodisca l’internato seme.
Ma il provvido pensier che pria rivolto 225Era i padri a nudrir, termina, e quello
De le madri sottentra, allorchè in giro
Portano pregno di più mesi il ventre.
Ah non soffrasi allor che a grave carro
Alcun le aggioghi, o a correre sui prati, 230O a saltar fossi, o rapidi torrenti
Le costringa a guadar. Pascan tranquille
In aperta pianura e lungo il fiume;
Che placido ridondi, ove di musco
E d’erbe ognor verdeggiano le rive, 235E fresca grotta, o sovrastante scoglio
Non lontan somministri ombra ed asilo.
Dentro i boschi del Silaro e vicino
Al coronato di verdi elci Alburno,
Stridulo vola e numeroso un tristo 240Alato insetto, a cui d’asilo diero
Nome i Romani, e in lor favella poi
Estro i Greci il chiamar. Da l’aspro e acuto
Stimolo e da l’orrisono ronzìo
Fuggon gli armenti spaventati, e d’alto