Pagina:Geografia fisica, Geikie 1878.djvu/93


Dell’Idrografia, ossia della circolazione, ecc. 85

mero e di larghezza, e il suolo incomincia a divenire bigio. Non passa un’ora, che tutto il paese è coperto da un bianco tappeto, il quale acquista parecchi decimetri, e fin talora (p. es., sulle Alpi) qualche metro di grossezza. Vi ha dunque una ben decisa differenza tra la pioggia e la neve. La pioggia può ben continuare delle ore e dei giorni, che il suolo rimane pur sempre visibile, stantechè l’acqua non è ancor caduta, che via se ne fugge, scorrendo al basso, in cerca del più vicino ruscello. La neve, invece, ove cade, resta: a meno che il vento non la sollevi, non la scopi via, abbandonandola poi nei luoghi più riparati, dove si accumula e resta.

189. Un modo così diverso di comportarsi fin da principio deve naturalmente portare tutta una serie di differenze nello svolgimento successivo dei fenomeni dipendenti dall’una piuttosto che dall’altra forma che pigliano i vapori condensati in seno all’atmosfera, cadendo sulla superficie terrestre. Come abbiamo accompagnata la pioggia dal primo momento che cade sul suolo, fino all’ultimo in cui si versa nel mare, così vogliamo ora vedere che avvenga della neve, dal primo istante che cade in soffici falde sulla terra, fino all’ultimo, in cui scompare, sciogliendosi in acqua.

190. Questo studio non presenta nessuna difficoltà, quando ci volessimo limitare alla pianura, o alle montagne poco elevate, come gli Apennini e le Prealpi, dove sono ignote le così dette nevi perpetue. Ogni nevicata vi persiste, finchè la temperatura duri abbastanza fredda per non permetterne lo scioglimento. Bisogna sapere però che l’evaporazione ha luogo alla superficie della neve e del ghiaccio, come alla superficie delle acque, anche nelle regioni più fredde, benchè