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Dell’Idrografia, ossia della circolazione, ecc. | 83 |
cini, gli altipiani, le valli, biancheggiano di nevi perpetue. Come profonda e solenne è l’impressione che lasciano nell’anima il silenzio, la severità, la grandezza di quelle regioni delle nevi eterne! Viste dal basso quelle cime nevose, così candide e pure, con quei vaghi riflessi di tutti i colori, di tutte le gradazioni dell’aurora e del tramonto, elevate sovente sopra la zona delle nubi, sembrano già far parte del cielo, piuttosto che di questo basso mondo in cui viviamo. Ma quali espressioni troveremo per dipingere quella maestà che ci assorbe, quando, arditamente arrampicandoci su quei greppi vertiginosi, possiamo stampare l’orma vittoriosa sulle nevi intatte che imbiancano quelle cime sublimi? Creste, aguglie, denti di abbagliante bianchezza che spiccano sopra un fondo di cielo azzurro-cupo, screziate di ombre purpuree, o rotte da negre rupi, che sporgono l’irto capo da quel mantello di neve, che avvolge in un bianco panneggiamento i dorsi e i pendii, e termina al basso con una frangia di lingue di ghiaccio azzurrino, che si allungano giù giù fino alle porte dei villaggi contornati da boschi e da praterie fiorite. Tutto è silenzio in quelle gelate regioni. Solo da lontano il vento ci reca il muggire del torrente, e il rumore della cascata, e a volte a volte il rimbombo della valanga che rotola per la valle o balza dalla rupe, colla voce del tuono.
186. Come mai quelle nevi si eternano sulle cime delle Alpi? Qual parte è a loro affidata nel grande magistero dell’economia della natura?
187. Si è già stabilito (§ 96) che le zone più elevate dell’atmosfera sono freddissime. Sappiamo di più che un clima freddissimo si mantiene nelle regioni attorno ai due poli, tanto che sovr’esse, come sulle cime