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102 | Prime nozioni di Geografia fisica. |
petuti e continuati per lungo tempo, solleva bentosto onde schiumose, a cui tengon dietro, con foga crescente, onde furiose e smisurati cavalloni.
225. Le onde rotanti verso terra, una dopo l’altra urtano il lido, come fanno le piccole onde contro la sponda della vostra bacinella, e continuano egualmente a sollevarsi anche lungo tempo dopo che il vento è cessato. La superficie delle acque è, sotto questo rapporto, sensibilissima, tanto che, mossa una volta, non cessa di ondeggiare tosto che cessi la causa dell’ondeggiamento, ma continua un certo tempo, finchè a poco a poco ritorna alle acque la primitiva immobilità.
226. La calma del mare è dunque un effetto della calma dell’atmosfera. Ma questa calma perfetta è fenomeno assai raro, e perciò la superficie del mare è quasi sempre agitata. Quando poi infuria la tempesta non è a dire con qual forza le onde furiose assalgano il lido, battendo in breccia, a guisa di formidabile ariete, le terre.
227. Voi non ignorate certamente il fatto della continua demolizione dei littorali per mezzo delle onde. Le dighe sfondate, gli scogli demoliti, enormi porzioni di coste strappate via dai marosi, e i bastimenti sfracellati contro gli scogli, sono fatti che attestano ogni anno la prepotenza delle onde. Dunque non sono soltanto le pioggie, il gelo, i torrenti che congiurano alla demolizione delle terre: possente distruttore è il mare; forse il più vorace di tutti.
228. Le coste a scogliera mostrano talvolta nella maniera più evidente le diverse fasi di questa lotta tra il mare e le terre. Qui è un gran gradino di nuda roccia alla cui base si distende il mare, che incessantemente