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d’una signorina per bene 65

«Che cosa importa essere o non essere amati? — mormorò con un tristo bagliore negli occhi. — Tutto sta nell’adattarsi al proprio destino!... Il mio è forse quello di stordirmi nei divertimenti; di godere; di destare invidia e gelosia. Voglio fare anch’io come molte altre!... Guazzare nel lusso, nello sfarzo, nei piaceri!...

Si era alzata e si teneva ritta dinanzi al ritratto della mamma. Era la luce del crepuscolo, erano i suoi occhi, che le facevano trovare su ’l volto dolcissimo della madre, una espressione di dolore e di rimprovero insieme?... Quei begli occhi neri, grandi, vellutati, la fissavano con uno sguardo che le scendeva in cuore, commovendola, scacciandone ogni proposito folle, riempiendola di un desiderio puro e santo.

«Perchè non pensi a Dio?... perchè non innalzi il tuo sentimento a lui, come fece la sorella del povero Cecchino?

Questo dicevano gli occhi belli; questo pareva mormorare quella bocca mesta, da creatura pensosa.

Lucia si buttò in ginocchio dinanzi al ritratto, e giungendo le mani, promise a la mamma sua,