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d’una signorina per bene | 57 |
prio conto, lei, per sentire il linguaggio dell’anima sua che si traduceva nella interpretazione dei suoni. Ma..... tanto la zia, certe cose non le poteva capire; e non metteva conto contrariarla.
Chiuse il piano e seguì di là la zia, che si rimise al telaio: ricamava, da mesi, un cuscino da divano, a tinte scialbe, autunnali, stanche; tinte che sopprimono la primavera e la giovinezza; gusti da gente che più non sente la serena poesia dei colori smaglianti; che più non ha occhi, nè desideri, nè aspirazioni che per le cose e i sentimenti sbiaditi, nati vecchi.
Lucia si buttò in una poltroncina a sdraio e prese dal tavolino lì presso un libro nuovo, uno degli ultimi usciti e mandato a casa giusto quello stesso giorno dall’editore.
Ella leggeva tutto adesso che Lena non era più lì a sceglierle i libri convenienti. E siccome a casa ne venivano a pacchi, ella aveva da sbizzarrirsi a sua voglia.
Buono però, che in quel ginepraio di letture svariatissime e non sempre morali, Lucia non smarriva mai il suo retto buon senso.
Natura positiva più tosto che immaginosa, ella