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ci viene ricompensata dalla maestrevole esecuzione. L’aspetto concitato e terribile dell’Imperadore, e quel rispettoso, ma fermo e non turbato dell’Ammiraglio, offrono un felice contrasto ed espresso senza sforzo e senza esagerazione.
Così la trepida aspettazione, dei due Generali e della Guardia, che fanno gruppo di fianco, è significata con molto sapere. Nulla nuoce all’effetto delle figure principali; e la veduta della fortezza a sinistra, e quella dell’Armata a destra colla città che si prolunga sulla riva del mare ingombrato da una selva d’antenne, non ne distraggono l’attenzione. La monotonia delle linee, che poteva nascere dalle persone in piedi, fu pure accortamente evitata col porre vicino all’azione due soldati, che si piegano a sollevare un cannone. Aggiungasi un colorire, non troppo vivace, ma giusto ed armonioso, una diligente finitezza di tocco, ed una mirabile correzione nel disegno, e dovrà giudicarsi questo dipinto per uno dei buoni che abbellirono in quest’anno la pubblica mostra.
Al nome di Giovanni Servi corre pronta la lode sul labbro di tutti quelli ch’hanno vero intelletto dell’arte e del bello. Nutrito a’ grandi esemplari ed allo studio della natura, si staccò di buon’ora dalla gretta e servile imitazione, che manifesta per consueto un ingegno mediocre, o tronca le penne a chi potrebbe spiccare un volo più largo e singolare. Le sue numerose pitture, più o meno vicine all’eccellenza, ma sempre lodate per bontà di concetto e di disegno, lo pongono tra i valenti pennelli di quella scuola, alla quale presiede quel glorioso intelletto di Francesco Hayez. I temi che sembra il Servi più carezzare sono