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parole parve agli occhi dei circostanti mirabilmente ingrandirsi.

L’Imperadore stava immobile, convulso e vibrava sull’Ammiraglio il fulmine de’ suoi sguardi, ma non giunse a scomporre il nobile atteggiamento dell’avversario. Napoleone gettò da sé lo scudiscio ed il Bruix rimise nella positura naturale il suo braccio, aspettando a capo scoperto e con volto tranquillo la chiusa del formidabile dramma.

«Contro-Ammiraglio Magon,» disse freddamente Napoleone, «fate d’eseguir, senz’altro ritardo, la mostra che ordinai questa mane. E voi, signore, uscite in istante da Bologna. Nel termine di ventiquattro ore vi sarà noto il vostro destino.»

L’Imperadore s’allontanò accompagnato dai Generali, e l’illustre Ammiraglio morì l’anno seguente a Parigi non lasciando alla propria famiglia altra eredità che la gloriosa memoria de’ suoi servigi e del suo forte ed alto sentire.

Ciò che l’Ammiraglio avea presagito, sventuratamente successe. Scoppiò la tempesta e disperse le navi sbucate appena dal porto; e per quell’inconsiderato comando rimpianse Napoleone parecchi de’ suoi valorosi, e per poco non rimase egli stesso ingojato dall’onda.

Da questo fatto, che segna una trista pagina negli Annali di Napoleone Bonaparte, fu tolto il soggetto al dipinto di cui presentiamo l’incisione; ma teniamo per fermo che l’egregio artista non lo abbia spontaneamente trascelto fra gli avvenimenti di quella vita portentosa. L’arte, come la poesia, deve più volentieri coprire che rivelare gli errori de’ Grandi, lasciando alla severità della storia questa ingrata e necessaria missione.

Ma la scelta non buona dell’argomento