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di acerba e solda-tesca durezza, che noi racconteremo compendiando le parole del Saint-Ililaire.

L’Imperadore palesa un mattino la sua volontà di far in quel giorno la rassegna dell’armata; e prima d’insellare, come avea per costume, ingiunge all’ajutante di campo Savary, di presentarsi all’Ammiraglio Bruix e dirgli di mettere al largo le na-vi, e d’operare in maniera che all’ora del suo ritorno potesse eseguirne la rassegna.

Il Savary, trovato l’Ammiraglio, gli espose il volere imperiale.

«Generale,» disse il Bruix, «mi duole nell’animo, ma la rassegna desiderata da sua maestà non può man-darsi ad effetto.»

«Che dite voi, signor Ammiraglio?» proruppe il Savary, attonito di quel rifiuto; e temendo non aversi abbastanza chiarito, gli ridisse il comando; ma non eb-be dall’Ammiraglio risposta diversa.

E di fatto nessuna nave s’era mossa dal porto, quando l’Imperadore, tornato dalla sua corsa mattutina, chiese all’ajutante se tutto era presto per quella rasse-gna; e l’ajutante gli ripeté, nota per nota, la risposta dell’Ammiraglio.

«Che significa questo?» tuonò la voce di Napoleo-ne, troppo avvezzo a vedersi ciecamente obbedito. «Savary! ritornate all’Ammiraglio, e ditegli di venire alla mia presenza per giustificarsi.» E, licenziate d’un cenno le persone che gli stavano intorno, si cacciò nella tenda.

Scorsero dieci minuti e l’Ammiraglio non arrivava. Crescevano intanto nell’animo dell’imperadore l’agitazione e l’impazienza, e seguito da pochi ufficiali uscì precipitoso dalla tenda. Ma fatti alcuni passi, s’abbatté