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che ogni vegetazione sia spenta, ed ecco vi rallegra la vista l’edera che verdeggiar fa le sue colonne e il suolo qua e là smaltato di tenero musco. Che se vi piace di allungare il vostro passeggio sino al vicin boschetto, ivi la mortella, il lauro, il ginepro, il vischio parasito co’ suoi grappoli, scossa da sé la canizie della brina o della neve, vi mostrano le sempre verdi lor chiome. Al vostro ritorno un bel fuoco vi attende per riscaldarvi, e l’allegra fiamma degli aridi sermenti vi tien luogo del sole. Poi fra le cure domestiche, tramezzate di piacevoli letture e d’altre dilette occupazioni, passate tranquillamente il resto della vostra breve giornata.
Chiunque abbia gustato di queste campestri dolcezze, non potrà far certo di non sentirsi commuovere alla vista dei dipinti di Remigio Van-Haanen, sì valente a ritrar ne’ suoi paesi le varie forme, e quasi fui per dire le varie vite della natura. La scuola olandese, alla quale egli appartiene, a lui dee certamente in gran parte se ancor serba, per le opere, l’antica sua riputazione in questo genere di pittura, a cui e Olandesi e Fiamminghi furono in principio addestrati dagli Italiani, maestri già in questa come nell’altre arti a tutto il mondo civile.
Il dipinto qui riprodotto dal bulino del Geille, non è altro che un bosco nevicato, senza né casamenti, né altri accessori di paese, solo avvivato, nel piano dinanzi, da poche figurine di contadinelli venuti a far legna; ma quanto d’arte e di natura in così poco soggetto! Quegli alberi, quali al tutto calvi, quali ancor coronati di fronde, quali nel folto lontano della selva per le leggi della prospettiva poco più che adombrati, e quali alla soglia, più profondamente disegnati e coloriti; quei rami ora