Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
di bronzo, che va frammezzatta da angioletti sovra piedestalli a colonna.
Dire quanto pregio d’arte vi sia in quegli intagli, quanta verità e soavità d’espressione nelle figure, non si può con parole; d’uopo è recarvisi e contemplare. E vi prenderà maraviglia nello scorgere ch’uno fra i molti de’ bassi rilievi del tabernacolo, quello rappresentante lo Sposalizio di Maria, venne riprodotto, con simiglianza affatto ligia di linee e di movenze, dalla giovinetta mano di Raffaello, nella tavola che di lui possediamo1, lo che bastar deve a rendere convinti dell’alto pregio di quel monumento.
Luigi Bisi è quegli che ritrasse sulla tela, nelle sue sincere forme, il tabernacolo dell’Orgagna dentro le quadrate mura d’Orsanmichele2. E giustamente veniva affidato il difficile incarico al pennello di questo nostro, che, sì fresco d’anni, è già eminente nel genere di dipintura che chiamasi prospettico, assai diverso dal teatrale, e in cui lasciò tanta fama di sé l’altro nostro concittadino, or fa pochi anni perduto, Giovanni Migliara. Ed è genere di pittura che consiste precipuamente nel rappresentare, togliendogli dal vero, gli interni di edifici monumentali, sian templi, chiostri, regie, o palagi; lo che fu poco in uso per lo addietro presso i pittori in Italia, sendo più proprio de’ Fiamminghi, tra cui tanti salirono a gloria unicamente per avere seguito nel dipingere il genere che accenniamo.
Il giovine nostro pittore, quantunque nato di qua dall’Alpi, non fu mai sedotto dal vago azzurreggiare delle tinte di questo cielo, dal morbido aleggiare delle