Solo restò Giacobbe. Ed ecco innante
Un uom gli venne in mezzo del cammino:
E senza dargli posa un solo istante
Fece a lotta con lui sino al mattino.
Ma allor, veggendo ch’ei reggea costante
Alla sua possa, lo serrò vicino,
Gli toccò il nerbo della coscia; ed ecco
Sfibrossi a un tratto il nerbo e si fe’secco.
E l’uomo disse: — Lasciami, su via,
Poiché l’aurora in cielo ascende omai. —
E replicò Giacobbe a lui: — Non sia,
Se benedetto, anzi partir, non m’hai. —
— Il tuo nome qual è? — l’uomo seguía.
Ed ei: — Giacobbe — Or ben, tu non sarai
Giacobbe, ma Israël nomato in terra,
Poiché gli uomini e Dio vincesti in guerra. —
Tu pur mi scopri il nome tuo: gli disse
Giacobbe. — A che il domandi? rispondea;
Indi, siccome ei volle, il benedisse;
E Giacobbe prostrato si tacea.
Di Péniel a quel sito il nome indisse,
Sclamando: — Faccia a faccia io qui vedea
Il Signore! e pur salva è la mia vita! —
E poi si mosse per la via romita.
Sorgeva il sole, e zoppicando ei giva
Per la tocca giuntura: ond’è che poi
Di cibar quella fibra ognor fu schiva
La prole d’Israello insino a noi.
E frattanto Esaù ratto veniva
Verso il fratello co’guerrieri suoi.
Leva gli occhi Giacobbe a quella parte,
E i fanciulli in tre schiere indi comparte. |