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gli anni felici che guardino all’avvenire traverso una ghirlanda di rose. La giovinetta, svegliata allor allora dal sonno tranquillo e soave dell’età sua, fa d’un braccio e d’una mano molle sostegno alla bella persona, la quale, parte ignuda e parte ravvolta dalle vesti ancora incomposte, rivela la freschezza rugiadosa delle sue forme, e sfiorando colle dita dell’altra mano le labbra, dischiuse ad un sorriso ineffabile, manda un bacio alla luce del mattino, che penetra per la finestra ed il lumina i serici e vaghi ornamenti di quella stanza. La gioja che spira dal suo volto e quel misto d’innocenza e d’abbandono non soltanto palesano, a chi vi mira, che nessuno dei tanti dolori, di cui pur troppo è travagliata la vita, trovasse un varco al suo cuore, ma che non sia fin ora presaga come la serenità di quel raggio possa venir offuscato da nugole e da procelle anche innanzi al tramonto.
Il creatore di cosi caro dipinto ottenne una nobile ricompensa. L’arte fu premiata dall’arte. Due valorosi intelletti, onore delle nostre lettere, vennero inspirati da questo argomento. Antonio Gazzoletti ed Agostino Cagnoli; e noi siamo ben lieti di accrescere lo splendore del nostro diadema coll’intrecciare a quelle dell’arte le gemme della poesia.