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Sale di Asilo alla casa paterna, si inframmette per sedare le brutali discordie de’ genitori, o li ammonisce perché sopportino rassegnati la sventura: ce lo dipinga quando, incontrato un mendicante per via, gli dona il pane che andava sbocconcellando. Poi entri nelle chiese, negli spedali, nelle officine, e ci rappresenti quei tanti tratti di virtuosa e cristiana pietà, che l’artigiano esercita verso del suo fratello di lui più misero: uomini che recano parte dei loro piccoli sparmii a chi giace afflitto da lungo morbo; donne che vegliano assidue al letto de’ lor vicini malati; bambinelli, frutti lagrimegvoli dell’errore raccolti e cibati da famiglie pur di figliuoli straccariche; miseri cui la fiumana toglieva e vitto e casa e speranze, che pure in povero tugurio trovarono soccorso efficace, asilo non rimproverato.
Ecco i quadri ch’io vorrei veder sempre uscire dal valente pennello del Bosa. Forse molti estetici, molti mecenati, molti intelligenti torcerebbero il nifo, ma vi si affollerebbero intorno commosse quelle stesse moltitudini che ora nelle pubbliche esposizioni tanto s’allegrano, se scorrono una di quelle sue briose scene popolari in cui egli trasfonde sempre così mirabile verità.
Pietro Selvatico