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La vergine per subito languore
Sente all’ignote
Gioie, mancarsi, e d’improvviso in core
Cosa le avvien che a sé ridir non puote,
Ne sa qual altra avvicinarle, o come
Suoni il suo nome.
Da quell’ora ne’ sogni e nelle care
Veglie secrete
Spesso l’arcana vision le appare,
Che l’incognito suono le ripete,
Ma in van si prova a divinar che sia
Quell’ armonia...
Morian del sole, i fuggitivi lampi
Dietro le rotte
Nuvole, e fuori per gli aperti campi
La giovinetta ritrovò la notte
Ed era seco di gentile aspetto
Un giovinetto.
Egli riguarda alla fanciulla, ed ella
Riguarda ad esso,
Quasi cercando con muta favella
La cara veste del pensiero istesso:
E così a lungo da vicin seduti
Stavano muti.
Ma poscia che la luna il suo diffuse
Raggio d’argento,
il garzon, cui l’amore audacia infuse
Ruppe il lungo silenzio, ed in accento
Qual parca che dall’anima venisse
- T’amo - le disse.