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quasi per forza, fu da esso maritata, per la terza volta, a Lodovico fratello di Caterina. Anche a causa della condotta del figlio, la Duchessa ebbe spesso dei dolori, poiché egli in più occasioni non si portò lealmente come essa avrebbe voluto riguardo ai parenti, coi quali non le piaceva di rinfocolare gli odii.

Ma Gian Galeazzo in politica poco si curava dei di lei consigli e giunse fino, nel 1385, ad approfittare dei disastri di Bernabò e ad imprigionare nel Castello il cugino e cognato, Lodovico. La povera Violante tanto si accorò per quella prigionìa che, la sua delicata fibra più non resistendo, si ammalò di languore e morì nel novembre del 1386, a trentadue anni, senza che il fratello le accordasse la consolazione di dire addio al marito prigioniero.

Questa morte colpì al cuore la Duchessa Bianca, e non se ne riebbe, malgrado le premure del figlio, che, a lenirle il dolore, pel quale forse provava un po' di rimorso, le donava nel dicembre le terre di Somaglia, Trezzano e Busseto. E neppure valse a ricondurla lieta il matrimonio della sua nipotina Valentina con Lodovico Tourraine, figlio del Re Carlo VI, di cui il contratto si ratificò nel suo palazzo, l'8 aprile 1387.

Bianca, cuore aperto a sentimenti miti e affettuosi, carattere amabile e gentile, non godè pur troppo felicità adeguata su questa terra; e andò a raggiungerla in cielo, a cinquantasei anni, l'ultimo giorno di dicembre del 1387. Il suo testamento è lo specchio di una vita illibata ed operosamente pia. In esso dispose an-