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maria adelaide di lorena 431

Poche figure al pari di Maria Adelaide, dice la contessa Della Rocca Castiglione, sarebbero degne di destare la vena di un gran poeta. Ma vissuta in un’epoca in cui la poesia tratta più del vizio che della virtù, non restano a parlarci di lei che poche allocuzioni fatte in occasione delle sue nozze, e qualche orazione funebre detta sul feretro di questa Regina della bontà e della carità. — Un giornalista del suo tempo, tutt’altro che realista, appunto per la lacrimata perdita di lei, ebbe a paragonarla a quelle Aspare, divinità delle Indie, che per benefica indole s’incarnano per scendere sulla terra a consolare e ad aiutare gli uomini: compiuto il celeste assunto, tornano nelle superiori regioni, senza lasciare altra traccia che il ricordo di loro, rimasto nella mente e nel cuore dei beneficati. E questo è il più bell’elogio funebre, la più gentile e poetica memoria che tributar si possa alla sposa del liberatore d’Italia, alla madre di Umberto il leale.