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maria adelaide di lorena 431

lontario, e soltanto i principini, nella loro innocenza, mettevano una nota allegra in tutto quel mortorio.

Ne gli affanni accennavano a terminare per Maria Adelaide. Vittorio Emanuele fu colto, nel maggio seguente, da una grave malattia, causata forse dagli strapazzi passati e dai contrasti presenti; giacché, pur troppo, egli non era ancora ben compreso dal suo popolo. Poi, nell’agosto, venne la notizia della morte di Carlo Alberto!

Il 20 dicembre doveva aver luogo l’apertura delle Camere. L’aspettativa era grande, e molte le speranze risvegliate. Il principino di Piemonte doveva quel giorno indossare l’uniforme di Guardia Nazionale, e accompagnare i genitori. Immaginiamoci il suo piacere, la sua eccitazione! Ci dicono che non dormì per tre notti, in attesa dell’avvenimento!

Quando giunse la carrozza reale al palazzo Carignano, sede del Parlamento, e gli applausi al Re e alla Regina scoppiarono unanimi e spontanei, il fanciullo serio serio discese, e marciò avanti diritto e fermo come un granatiere.

Dopo la seduta ci fu la rivista della Guardia Nazionale, e anche allora furono molti gli applausi. Il Re era contento e commosso, la Regina pure. In quanto a quell’omino di sei anni, che era il principino, cito ancora la marchesa d’Azeglio: «Il Principino ha sempre tenuto la mano al suo kepy, fino che alcune buone donne, avvicinatesi alla carrozza, han detto in dialetto alla Regina: Dite a quel piccino di non affaticarsi così.»