Pagina:Gemma Giovannini - Le donne di casa Savoia.djvu/510

434 le donne di casa savoia

il Re ha mandato Vittorio agli arresti. Per la qual cosa la Duchessa ha tanto pianto che il Re ha perdonato, temendo che essa non avesse a soffrirne, ma a condizione che la non andrebbe più a piangere nella sua stanza, perchè altrimenti non potrebbe più castigare Vittorio delle sue scappate....»

Del resto, non ci fu più bisogno di perdonare. La Duchessa, bella, dolce e santa quanto può esserlo un angiolo, si guardò bene in avvenire dall’esporre pei suoi capricci il marito alla punizione paterna, essa che aveva detto di volere farlo savio, e tanto più ora che, divenuta madre, il 2 marzo 1843, di una bambina (Maria Clotilde), che allattava da se stessa, non aveva più la testa ai divertimenti, e non viveva più che per la famiglia e i poverelli.

Di una gentilezza d’animo squisita, il suo trionfo fu la carità e l’amor della famiglia e dei figli, che tutti allattava da sé; e in quanto agli infelici che a lei ricorrevano, essa non era soltanto caritatevole, ma la carità in persona, e tutte le sere dicesi che scrivesse sopra un taccuino nomi, cognomi e particolari di quelli che le erano raccomandati, non solo per soccorrerli subito, ma per potersi informare di loro e provvederli per l’avvenire. Vi è una distinzione fra carità ed elemosina, e Maria Adelaide possedeva ed esercitava a seconda entrambe queste virtù, spingendole fino al proprio sacrifizio. Duchessa di Savoia riceveva 36,000 lire all’anno per le sue spese particolari; di questa somma essa faceva due parti, una grossa, per regali, soccorsi, elemosine; l’altra, assai più piccola, per sé.