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maria cristina di savoia 427

vecchia va a Napoli per lasciarvi la vita:» — E alla sua diletta Marianna, scriveva: «Io mi morrò, e voglio lasciare alla mia Maria Anna la cosa più cara che io abbia» e con la lettera le inviava alcuni disegni fatti dal loro padre, da lei fin allora gelosamente conservati.

Il 16 gennaio 1836 Cristina fu felicemente madre di un principe, il duchino di Calabria. Tutta la città ne esultò con la Reggia: le feste, le illuminazioni, si succedevano senza interruzione, mentre la madre implorava che ogni benedizione fosse rivolta sul suo piccolo Francesco (II). Otto giorni dopo però, il male che prima aveva minacciato Cristina al suo ritorno di Sicilia, ricomparve, si aggravò, la pose in pericolo. Allora volle benedire il figlio, cagione innocente della sua morte, e al mezzogiorno del 31 gennaio, cercando il marito, che per una ridicola compassione le vietarono di rivedere, volò alla vera sua patria.

Quando la flotta sarda, partitasi da Genova d’ordine di Carlo Alberto, gettava le ancore nella rada di Napoli, per recare alla gentile le congratulazioni della famiglia per la nascita dell’erede, essa non era più se non che un angiolo in cielo!

La spoglia di Cristina fu deposta in Santa Chiara, nelle tombe dei Reali di Napoli.

In breve il pubblico dolore cagionato dalla morte di lei, si svolse in un sentimento di ardente venerazione, e non la si chiamò più che la Santa. Così per voce di popolo le fu riconosciuta quella suprema virtù, e in