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sicuri e sufficienti lumi». All’epoca in cui la giovinetta Matilde era nel pieno fiorire della giovinezza, cioè nel 1145, il padre di lei, Amedeo III, principe prode e valente in fatti d’arme, prese la croce e andò, con altri principi e baroni di Occidente, a difendere Gerusalemme, eccitato dalle prediche di S. Bernardo. Circa in quell’epoca, racconta il Cibrario «Alfonso I, di Portogallo, coll’aiuto di uno stuolo di Crociati che andavano alla conquista di Terrasanta, s’impadroni di Lisbona, divenuta più tardi la capitale del Regno». Potrebbe perciò anche darsi che la leggenda equivocasse il luogo soltanto, e che Matilde abbia seguito suo padre, e non suo fratello, sotto le insegne della Croce, e che amore l’abbia soavemente sottratta alla Terrasanta per la quale essa era indirizzata. E all’errore di data, commesso dal Corelli, forse contribuisce l’uso, che durò in Portogallo fino al 1422, di contare gli anni con l’êra spagnuola, che incomincia dalla totale sommissione delle Spagne all’Imperatore Augusto l’anno 715 di Roma e che precorre di trentotto anni l’era volgare.
Comunque, Matilde andò sposa in Portogallo, questo è provato e controllato, ed il suo matrimonio con Alfonso Henriquez, il valente e fortunato guerriero, ebbe luogo a Coimbra, allora capitale del nascente regno, tra il marzo ed il luglio dell’anno 1146, dice il Cibrario, quando il Re aveva trentasei anni e diciotto la principessa.
Sposata, Matilde, non ebbe più altre cure che per