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Nel 1851 era andata in Toscana, soggiornando per qualche tempo in una delle splendide ville di quella Corte, ma non volle mai recarsi a Firenze, quantunque sentisse immenso desiderio di visitare in S. Lorenzo la tomba del padre, per non vedere le bianche uniformi degli austriaci che vi tenevano guarnigione. Quelle bianche uniformi le risvegliavano tanti dolori, che neppure il Granduca suo fratello osò mai presentarsi a lei in assisa militare.

Più tardi rivide ancora la sua famiglia, quando si recò nel 1853 colla Regina Adelaide e coi figliuoletti di lei in Liguria, e fu felice dell’incontro. In quella gita, le due illustri viaggiatrici si compiacquero specialmente della visita di chiese e santuari, e di ammirare bellezze naturali. A Porto Venere, nel golfo di Spezia, nella grotta celebre per la memoria di Giorgio Byron, è fama che le due Regine facessero una colazione, dinanzi a quella vista unica al mondo: e su in paese, nella chiesa principale, una iscrizione modesta sopra un quadratino di cartone, situata fra le due porte d’ingresso, ne rammenta la visita.

Queste scappatine in libertà, con l’amatissima nuora, dalla quale raramente era divisa (e ben lo sa Torino, che nel Santuario della Consolata ha loro innalzato un ricordo marmoreo in quella cappella ove erano solite di recarsi insieme a pregare), non dovevano, ahimè! deliziarla a lungo.

La Regina Adelaide, sul principio del 1855, attendeva la nascita di un altro suo bambino, ed una