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maria teresa di toscana | 411 |
trimonio a lei tanto gradito, perchè il padre della sposa era un appassionato cultore di Dante, il grande fiorentino, ma poi ripiombò nel suo dolore, e riprese le sue gramaglie che non abbandonò mai più.
Ogni anno, per l’anniversario della morte del marito, si raccoglieva in preghiera, e andava in pellegrinaggio a Superga ove la spoglia del martire era stata trasportata. Però il suo dolore era, come tutti i di lei sentimenti, tutto per se, né lo imponeva agli altri, ne le impediva di occuparsi dei suoi poveri e dei suoi nipotini; e lieta strinse fra le braccia la primogenita dei duchi di Genova, la graziosa Margheritina, alla quale fu madrina insieme al Re Giovanni di Sassonia, per la qual ragione la bambina ricevè pure i nomi di Maria Teresa Giovanna.
Amò come figlie le due nuore, che chiamava affettuosamente Adele ed Elisa; e anche da vedova visse sempre alla Corte del figlio, che allora stava di continuo a Moncalieri o a Stupinigi, e ciò per non separarsi dai bambini; che del resto essa, abituata per tanti anni alla pesante etichetta della Corte Sabauda, non ne vide di buon occhio l’abolizione decretata dal nuovo Re. Fu su questo punto solo e un poco sull’altro delle idee liberali manifestate dal suo Vittorio, che Maria Teresa non andò d’accordo con esso. Del resto dopo la sua vedovanza essa non comparve mai più in pubblico, né volle più ella stessa che per S. Teresa, il 15 ottobre, si facesse festa, neppure negli istituti di carità da lei presieduti, perchè la festa della Regina, ella diceva, era adesso per S. Adelaide.