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fargli sino cambiare il suo giudizio sull’Imperatore, nel quale non vide, da quel giorno, che un barbaro, un invasore dell’altrui proprietà, un ladrone infine che abbandonò alla sua sorte.

In breve il favore delle armi mancò del tutto a Federigo, che, vinto e disfatto, lasciò l’impresa e l’Italia. Fu allora che Alfonso Henriquez, re di Portogallo, meritamente considerato come il fondatore di quella monarchia, manifestandosi per il guerriero misterioso che aveva liberata Matilde (guarito appena allora dalle ferite riportate nella battaglia finale), ne chiese ad Umberto III la mano.

Siccome nulla opponevasi a quell’alleanza, le nozze auspicate ebbero luogo al più presto, e la giovine principessa, in cui le soavi virtù femminili non facevano davvero difetto, partendo per la nuova sua patria, disse alla terra che l’aveva veduta nascere: «Addio mia bella Italia, e che le tue vergini ricordino sempre, che il maggior sospiro di Matilde di Savoia fu la tua grandezza e la tua libertà!» Invocazione ch’io giro adesso alle fanciulle che mi leggono.

L’errore di data, che la storia non può accettare, consiste in ciò, che la Lega Lombarda avvenne pochi anni dopo la morte di Matilde! Non è però questo il primo nè il solo anacronismo che abbiano occasionato i fatti di un’epoca così remota in cui, come dice il Muratori, «sarebbe da desiderare che le antiche storie ci avessero lasciate notizie più copiose della Real Casa di Savoia, perciocchè non bastano le moderne a darci dei