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maria teresa di toscana | 401 |
fanciullino, a cui s’incendiò la culla. — Cotesto caso poco mancò non riuscisse doppiamente fatale per la famiglia del principe di Carignano, facendo ammalare per lo spavento e la commozione Maria Teresa, che stava per avere il duca di Genova, sulla nascita del quale erano converse tutte le speranze, onde vedere cambiati i sentimenti di Carlo Felice verso il nipote. L’aspettativa di questo secondo figlio aveva non poco rasserenati gli esuli regali, e dissipati tutti i crucci e i dolori dei genitori del nascituro.
Doveva aprirsi allora a Verona un Congresso, ove il destino di Carlo Alberto (che poteva rassegnarsi all’esilio, ma non alla perdita dei suoi diritti avendo la coscienza di non meritarlo), sarebbe stato deciso. Aspettavasi colà l’arrivo del Granduca Ferdinando III, che doveva accomodare le partite con Carlo Felice (a cui in fondo repugnava di dover trasmettere il trono al duca di Modena come volevasi a Vienna, egli che a ciò era sempre stato contrario), in favore del genero, e il Granduca ritardava. La cagione del ritardo eccola qui, in questo brano di lettera di Carlo Alberto.
«Che il mio vecchio amico, conte de Sonnaz, sappia da me stesso la nascita del mio secondo figlio. Ieri sera (15 novembre 1822) verso le dieci, la Principessa ebbe un bel maschiotto che il Granduca terrà al fonte battesimale, e che si chiamerà, per conseguenza, Ferdinando. La mia buona Teresa è ora in soddisfacentissimo stato. Ieri era la festa del mio santo patrono, il felicissimo Alberto; e sono persuaso