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maria teresa d'asburgo 361

di avere un atto di cessione che giustificasse la sua invasione, fece offrire al Re enormi somme, se glielo rilasciava. Ma Vittorio Emanuele fu sordo ad ogni lusinga, e si rassegnò ad aspettare. Intanto nel 1804 gli fu ripetuto invito di tornare in Sardegna, ed egli, dicendo che la Regina aveva bisogno dei bagni d’Ischia, si trasferì a Gaeta, donde scrisse nuove proteste, dirette specialmente a Londra e a Pietroburgo; poi, siccome le sorti erano tutt’altro che favorevoli agli alleati, decise finalmente di rientrare nella sua isola, e tutto dedicandosi al bene dei sardi.... aspettare!

Egli stette colla moglie e la famiglia in Sardegna otto anni, durante i quali le angustie dell’erario, la scarsità delle raccolte, il pericolo di malattie contagiose, le scorrerie dei barbareschi, e tante e tante altre piccole miserie, fecero di quel lasso di tempo un’odissea dolorosissima, specie per la Regina, nobile animo cui la povertà materiale che la circondava non era nulla per lei, di fronte alla povertà morale dei Ministri e Consiglieri del Re, e delle piccinerie loro, nelle quali essa vedeva ogni giorno naufragare le forti risoluzioni, gli abili calcoli, le volontà incrollabili che essa sentiva in se, e che credeva di avere suggerito e trasmesso a chi, secondo lei, avrebbe potuto effettuarli pel bene della loro causa. Maria Teresa era una tempra virile; ciò che ella bramava era che suo marito fosse Re veramente, e le sue figliuole dilette regine o imperatrici, desiderio che soltanto in parte doveva essere appagato.