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358 | le donne di casa savoia |
Nizza e Savoia invase dai rivoluzionari, Vittorio Amedeo chiese aiuto ai suoi ausiliari a Vienna, e ottomila austriaci entrarono in Piemonte per dargli man forte. Il Re sessantasettenne, e tutti i principi, tranne l’ereditario, furono allora di fronte al nemico, e Maria Teresa, già madre della sua primogenita, dovè temere per la vita dello sposo e di tanti suoi cari.
In seguito, precipitando sempre più le cose, morto il Re, salito sul trono il cognato, Maria Teresa dovè subire tutti i rovesci a cui il Piemonte, sotto quella debole mano, andò incontro, e soffrire di tutte quelle piccinerie, praticando le quali le due Regine credevano di porre un riparo a tanti guai, mentre essa conosceva e sapeva che suo marito consigliava, inascoltato, altrimenti, ed altrimenti avrebbe agito.
Il carattere energico di Vittorio Emanuele spiaceva tanto a Parigi, che si voleva il baldo principe colà in ostaggio, al momento della rinunzia al trono di Carlo Emanuele IV, per avere una garanzia di quel trattato di rinunzia, e perchè egli inspirava molte inquietudini. Maria Teresa, e con essa tutta la famiglia reale, eran perciò nella massima desolazione, allorché tornati inutili tutti gli sforzi del Re, la dolcezza della Regina Clotilde ottenne l’abbandono di quella pretesa, e il duca d’Aosta seguì i suoi nell’esilio.
Anche in esilio, quando il Re e la Regina erano più oppressi, Maria Teresa, rassegnata, ma non abbattuta, non cessava di dare suggerimenti, e di seguire quelli che le erano diretti, e quantunque avesse oramai quat-