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dia, e di Beatrice, ultima discendente degli Estensi e dei Cibo, erede del ducato di Modena e dei principati di Massa e Carrara.

La giovinetta, che portava il nome della sua grande ava l’Imperatrice Maria Teresa, e ne aveva anche qualche rassomiglianza nell’animo, era nata il 1° novembre 1773, a Milano. Non aveva dunque che sedici anni allorché fu fidanzata al duca d’Aosta e quindi subito sposata il 25 aprile 1789. Il regale imeneo ebbe luogo a Novara; e vuolsi che con la grazia, lo spirito e la bellezza, essa incatenasse subito il cuor dello sposo, e che il loro resultasse addirittura un matrimonio d’amore.

La bellezza di Maria Teresa era una bellezza severa e dignitosa e in quei leggiadri lineamenti si leggeva chiaramente il forte carattere e l’animo mite, qualità necessarie a colei che era destinata ad essere l’ultima Regina storica, dirò cosi, del ramo primogenito di Casa Savoia e la pronuba, checché se ne dica, del ringiovanimento della dinastia, basata sul ramo secondogenito. Soltanto essa ebbe la sventura di non essere né secondata in famiglia, né compresa dai più, e risultò forse una delle donne più sventurate della stirpe, per causa dei tempi in cui visse, e degli avvenimenti in cui fu coinvolta. Ma non anticipiamo i fatti.

Quando la giovine duchessa d’Aosta giunse sposa a Torino, acclamata e festeggiata da tutti, trovò che la famiglia Reale conduceva una vita monotona oltre ogni dire, quella monotonia e quell’etichetta portate