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giuseppina teresa di lorena armagnac 329

di molte donne, avevano sempre preservato il cuore della Principessa dai danni di questa passione; ma se essa non si abbandonava ai suoi attacchi, compiacevasi però a farne soggetto di conversazione, e niuno meglio di lei sapeva analizzare tal sentimento.» Invero questo elogio non è tutto oro colato, e vi traspira forse un po’ di dispetto di vanesio messo a dovere, ma trattandosi di un forestiero contemporaneo, merita di essere citato e considerato.

Giuseppina scriveva anch’essa con molto garbo in francese, e sotto un nome di battaglia pubblicò vari ritratti e studi morali di persone del suo tempo; compose alcune novelle morali e due romanzetti non mai stampati, intitolati l’uno L’amour vaincu, l’altro Lettres de Madame de Lucé.

In quanto al suo ritratto fisico, lo tolgo allo stesso Dutens, il quale, addetto all’ambasciata inglese, frequentava assai il palazzo di Carignano, dove tutti i Ministri esteri accreditati a Torino si piacevano di frequentare. «La Principessa — egli dice — aveva il personale elegante, l’aria nobile, dolce e fiera, le maniere disinvolte, gli occhi vivi e ridenti, naso ben fatto, bocca graziosa, tinta leggermente bruna., ecc.»

Giuseppina, approfittando della sua posizione indipendente (poiché suo marito era allora soltanto principe del sangue), viaggiò molto, e ovunque si recava, il suo primo pensiero era di conoscere le più illustri personalità che vi soggiornavano. Così a Milano vide ed onorò i Verri e il Beccaria; si compiacque di rice-