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Maria Teresa di Lamballe, interrogata il 19 agosto, fu poi rinchiusa nella prigione della Forza ed ivi stette fino al 3 settembre in una incertezza mortale. Allora le fu cambiata la prigione e fatto subire un nuovo interrogatorio. E quando a conclusione le fu detto: «Giurate dunque di amare la libertà e l’eguaglianza, e di odiare il Re, la Regina e la monarchia.» «Farò il primo di questi due giuramenti — essa rispose — il secondo non lo posso fare, perchè non è nel mio cuore.» «Giurate, o siete perduta!» le susurrò una voce amica. Essa, quasi priva di sensi, rimase silenziosa, e segnò così la sua condanna, perchè Casa Savoia non pronunzia falsi giuramenti.

Impadronitasi allora di lei la turba briaca, fu atterrata, uccisa, dilaniata, e la sua testa, separata dal busto e infilata in una picca, fu portata per la città come trofeo.

E quella povera testa, vanamente richiesta coi suoi resti contaminati che più non fu dato rintracciare, dall’infelice suo suocero, fu fatta inumare dal Comitato permanente, nel Cimitero dei trovatelli, vicino alla sezione del comitato stesso; e quando finalmente il 19 dicembre 1816, la duchessa d’Orléans potè inaugurare a Vernon un monumento espiatorio ai morti oltraggiati della sua famiglia, solo gli avanzi di Maria Teresa Luisa mancarono all’appello.

Maria Teresa Luisa, che dissero di carattere originale perchè in lei la tristezza e la vivacità si alternavano, ebbe il coraggio di mettere questa originalità