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maria teresa luisa di carignano 315

A Nangis le vennero incontro il suocero e lo sposo, e Maria Teresa non penò molto a riconoscere in quest’ultimo un giovine paggio dallo sguardo ardente e curioso, che a Montreux, ove aveva cambiato gli equipaggi di suo padre con quelli del suocero, le aveva presentato uno splendido mazzo di fiori. Ma pur troppo, quella premura che tanto la lusingò, e di cui tanto si compiacque il degno di lei suocero, non era che impazienza di scapestrato donnaiolo per assicurarsi della bellezza di lei, e nulla più.

A Nangis, nella cappella del Castello, fu confermato il matrimonio, e il I.° febbraio gli sposi entrarono in Parigi.

Il 5 dello stesso mese, Maria Teresa Luisa fu presentata al Re, alla Regina e alla Corte. Le attrattive innocenti e modeste della vaga giovinetta le conquistarono subito tutti i cuori, e tutti si associarono sinceramente ai voti e alle speranze espresse dai poeti che ne cantarono l’epitalamio, voti e speranze, ahimè! che troppo presto dovevano cadere sfrondati.

Quel matrimonio, fatto, dicesi, con lo scopo di rialzare in Francia i costumi coniugali, non doveva a lungo giustificare tali speranze, a causa dell’educazione del principe, la quale non era, ne più né meno, che quella cui si dava colà a tutti i principi del sangue, e specie a quelli di razza indiretta. Sebbene il Duca di Penthièvre fosse un uomo stimabilissimo, e tale che se tutti i grandi del regno gli avessero somigliato, la grande rivoluzione non sarebbe avvenuta, e