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maria luisa gabriella di savoia | 305 |
Ma l’entusiasmo popolare non valse ad impedire che la famiglia reale lasciasse la capitale, e andasse errabonda per qualche tempo, fino che non si rifugiò a Vittoria.
Quando poi il Re tornò a Madrid, perchè Carlo III era rientrato in Catalogna, la Regina, sofferente già della malattia che doveva spegnerla, non potè seguirlo. Le angosce, i disagi dell’esilio, le avevano cacciata indosso una febbre continua che lentamente la consumava, e che si aggravò ancor più alla notizia della morte di sua sorella, la Duchessa di Borgogna. Andò più tardi a Corella, dove è aria buona e acque maravigliose, e non tornò alla capitale che in novembre.
Una delle cose che recava maggior dolore a Maria Luisa, si era quella di non poter rivedere la patria e la famiglia, e nelle sue lettere alla madre e alla nonna, con cara ingenuità, rammenta sempre tutti i suoi diletti d’Italia, le cose, i luoghi, i costumi, le abitudini. Dopo la pace di Utrecht, che separava Francia da Spagna, e in forza della quale Filippo cedeva la Sicilia a Vittorio Amedeo, Maria Luisa sperò di nuovo di tornare in Italia, e ne esultava, come esultava al pensiero di vedere i genitori incoronati Re e Regina, per la quale cerimonia, e per la visita in Sicilia, dove vigeva sempre l’etichetta spagnuola, mandò, richiesta, precise spiegazioni e norme alla madre. Ma se sua sorella, Maria Adelaide, non giunse a vedere e godere la pace per la quale tanto si era affannata. Maria Luisa non