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torno, perchè asssente per qualche divertimento, che la stessa di lui tenerezza le preparava, pareva che gli mancasse l’aria respirabile! Ma Adelaide, quantunque portata al divertimento, conoscendo quanto a lui costava il separarsi da lei, aveva l’accortezza di farsi sempre imporre quelle assenze, non trascurando mai di vederlo prima della partenza e al ritorno, e quando in inverno un ballo, una serata, le facevano trascorrere lungi da lui tutta la notte, essa faceva in modo di vedere il Re prima di coricarsi, trattenendolo anche col racconto della festa a cui aveva assistito.

Più di una volta essa affrontò la collera del Re per perorare il trionfo della giustizia; e quando egli era ostinato e non voleva cedere, glielo diceva francamente. Così ella difese suo marito quando, dopo la disastrosa campagna di Fiandra del 1709, i di lui nemici tentarono metterlo in disgrazia presso il Re, pei suoi dissidi col Generale Vendóme; e più tardi, quando la stella di Francia declinava, e ancora in Fiandra i capitani francesi, fra i quali stava il Duca di Borgogna, erano esposti ad ogni sorta di pericoli, essa gli diè col suo contegno una patente d’egoista, perchè egli non se ne preoccupava.

Nel 1711, per la morte del suocero, figlio primogenito del Re, essa divenne Delfina di Francia, festeggiata e adorata da tutti, e uno dei suoi primi atti, nel nuovo grado, fu di opporsi alla forzata monacazione di una figlia naturale lasciata da lui. Invece, conosciutane la inclinazione, la dotò e la maritò. Del resto era