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maria adelaide di savoia | 293 |
fronte troppo sporgente, un naso insignificante, labbra grosse ed ironiche, capelli e sopraccigli castagno cupo e fittissimi, occhi stupendi e parlanti, denti pochi e brutti, e dei quali, essa per la prima, parlava e si burlava; bel colorito, pelle delicatissima, collo lungo con una lieve tendenza al gozzo, che non le stava punto male; il portamento della testa galante, grazioso, maestoso, sguardo del pari, sorriso assai espressivo, vita lunga, rotonda, sottile, modellata a perfezione; andatura da dea sulle nubi; essa finiva col piacere. Le grazie nascevano in lei ad ogni passo, da tutte le sue maniere, dai discorsi più comuni. Una espressione semplice e naturale sempre, ingenua spesso, ma temprata di spirito, incantava con quella disinvoltura che era in lei, tanto da comunicarla a tutti coloro che l’avvicinavano».
La sua unione col marito fu esemplare e fortunatissima, adoperandosi lei, con la sua grazia innata, a temperare la soverchia austerità del giovine Duca. Come tutti i caratteri leggeri e buoni, avrebbe voluto tutti felici e leggeri, e tutto il mondo in pace; s’indispettiva perchè suo padre non sottostava sempre alle esigenze della Francia, e particolarmente se ne lamentò al momento dell’assedio di Torino.
Amò però alla follia genitori, fratelli e patria, ma distratta dalle seduzioni della Corte, non esprimeva i suoi sentimenti in lunghe e frequenti lettere, che anzi scriveva di rado, poche righe senz’ordine, e spesso anche senza data. Però, dalle lettere a sua madre, si ri-