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anni dopo, essendo, per il momento, la Duchessina troppo giovine, disse il Re, per aver famiglia.

Dopo avere avuto tutte le seduzioni dell’infanzia, Adelaide ebbe tutte quelle della donna per saper trovare la via d’ogni cuore, in quella Corte falsa, licenziosa e dissipata, in mezzo alla quale essa doveva passare pur troppo come una luminosa meteora.

Voltaire, nel suo Siècle de Louis XIV, così si esprime a proposito di Adelaide: «La Duchessa di Borgogna cresceva di grazia e di merito. Gli elogi tributati a sua sorella, in Spagna, le ispirarono una tale emulazione che raddoppiò in lei l’arte di piacere. Non era una perfetta bellezza, ma aveva lo sguardo di suo figlio, Luigi XV, un bel personale, un nobile portamento. Questi vantaggi erano abbelliti dal suo spirito, e più ancora dal gran desiderio di meritare i suffragi di tutti. Come Enrichetta di Inghilterra (madre di sua madre), era l’idolo e il modello della Corte, in un grado più elevato: essa era destinata al trono; la Francia aspettava dal Duca di Borgogna un governo quale ne immaginarono i saggi dell’antichità, ma nel quale l’austerità sarebbe temperata dalle grazie di questa principessa, fatte, ancor più della filosofia del suo sposo, per esser comprese».

Eppure, come è stato ripetuto a sazietà, il fascino che operava Adelaide non proveniva davvero dalla sua bellezza. Il ritratto fisico di lei ce lo dà il Saint Simon nelle sue Memorie, ed eccolo qui:

«Regolarmente brutta, con le gote cascanti, la