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anna maria d’orleans | 281 |
alla passeggiata e in chiesa, dove andiamo molto insieme. Sicuramente le è stata fatta la lezione prima della partenza, ed essa vi sta così attaccata, ed ha tanto timore, che non farebbe un passo ne direbbe una parola discordante per nessuna cosa al mondo, e quantunque muoia di noia, non me ne dice niente, ed io fìngo di non accorgermene (4 maggio).»
Il ritorno del Duca non ricondusse molta allegria alla Corte. Cessato l’ardore della mischia, egli considerava l’ingiustizia commessa e le conseguenze, e non si rassicurò se non quando, in parte almeno, ebbe rimediato e provveduto. Egli aveva anche fatto una gita di -piacere (così almeno la chiamò) a Venezia, per incontrarvi suo cugino Massimiliano, Elettore di Baviera, e principale confederato della Lega d’Asburgo con la Francia, e tutti gli altri partecipanti; ed anche questo aveva contribuito a ricondurlo serio, ritirato, e tutto dedito al lavoro. Cessarono perciò alla Corte tutti i divertimenti; la Duchessa, che non voleva se non piacergli, rinunziò al piccolo giuoco che si teneva la sera nel suo quartiere, e fino al ballo, il solo passatempo che le recasse diletto. Certamente a Venezia i due cugini non si erano divertiti soltanto, ed ora il Duca voleva calma e riposo.
Aspettavasi con una certa ansia che la Duchessa divenisse madre una seconda volta. Ma.... anche questa volta fu una bambina, Maria Anna, morta poi in tenera età. Fosse pel dispetto di non avere un maschio, o per qualche altra ignota causa, Vittorio Amedeo, che