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maria giovanna battista 263

La guerra tra Francia e Spagna era imminente, e Luigi XIV aveva bisogno dei soldati che teneva di guarnigione in Piemonte; ma togliendoli forzatamente voleva aver l’aria di concedere un favore, e serbarsi anche sempre qualche padronanza nel Ducato, certo ignorando che genere fosse Vittorio Amedeo, che non voleva più sottostare alla tutela di nessuno. Il Re dunque consigliò alla Duchessa, di far risolvere suo figlio al matrimonio con la propria nipote, proponendo in compenso lo sgombro delle provincie occupate.

Il vantaggio, per il momento, era grande, e Giovanna, per la libertà del Piemonte, ebbe questa abnegazione, giacche col matrimonio del figlio finiva ogni sua ingerenza negli affari di Stato.

E infatti, appena concluso il matrimonio, Vittorio Amedeo notificò ai Ministri e ai Magistrati, che da quel punto pigliava lui esclusivamente il governo dello Stato, e a lui per l’avvenire si rivolgessero in ogni occorrenza, ed il 14 marzo 1684 la Duchessa rimesse nelle e mani il governo completo.

La Reggenza di Giovanna Battista durò nove anni, durante i quali essa fece anche moltissime cose buone. Soppresse, saviamente, la vendita delle cariche; fece sempre buona accoglienza a scrittori ed artisti, e quando lo permisero le condizioni finanziarie, fu con essi anche munifica; istituì un Consiglio cavalleresco per decidere dei casi d’onore; fondò l’Accademia reale di Belle Arti; scemò gli antichi tributi, e non ne impose dei nuovi, ristorando, dicesi, le finanze con altri