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maria giovanna battista 271

L’errore principale, e quasi direi unico, della Reggenza di Giovanna, chiamata, come la suocera, Madama Reale, datò dal 1678, perchè in quest’anno, incominciato con auspici di pace e di tranquillità, e che fu detto l’anno d’oro di quella Reggenza, essa incominciò a trattare segretamente il matrimonio di suo figlio, con la figlia di sua sorella, erede del trono di Portogallo. Da quel matrimonio, che doveva farsi ai sedici anni del Duca, essa sperava resa nulla la maggiorità del figlio rapporto al Piemonte, ed assicurato il governo a lei per tutta la vita. Giacche nei capitoli del contratto era detto che Vittorio Amedeo andrebbe in Portogallo per le nozze, e vi resterebbe fino a che non avesse prole, e che morendo con figli minori lascerebbe a lei la Reggenza. E fu proprio quando il Re di Francia seppe di questo matrimonio, che, stropicciandosi le mani, deve aver pensato come gli Stati piemontesi in mano di una donna, o di un Viceré venuto da Lisbona, perdevano ogni potenza, e die ordini perchè fosse facilitato, più che si poteva, questo progetto.

Giovanna Battista, in quella inattesa condiscendenza nulla vide o comprese, mai ben compresero i sudditi, che offesi ed umiliati ne fecero rimostranze al Duca. Questi, deciso fin da principio a nulla concludere, prorogò intanto la propria partenza per due anni ed avverso a quel matrimonio, avverso a Luigi XIV, e tirato su dal suo governatore Morosso, buono e schietto italiano, si preparava al regno con molti grilli in testa.

A gran passi si avvicinava il termine della Reg-