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258 | le donne di casa savoia |
Con questa morte si rompeva l’ultimo anello di quella catena che congiungeva Adelaide alla sua famiglia. Vittorio Amedeo di lui figlio non aveva che nove anni, e la Duchessa vedova, oltre al non essere che una cognata, era donna poco atta a dividere i dolori e le gioie altrui. Nondimeno Adelaide lo tentò; ma del resto, nove mesi dopo il fratello, non avendo essa ancora compiuti i quaranta anni, minata dalle malattie e scossa dal dolore di vedere spenta tutta la sua famiglia, della quale non sopravviveva che Luisa, vedova del principe Maurizio, finì di vivere anch’essa. Il 18 maggio 1676 lasciava compianta e rimpianta questa vita, e per sua ultima volontà veniva sepolta in quella stessa chiesa da lei innalzata.
Adelaide, come anche sua zia Margherita Gonzaga, spese molto per ottenere da Roma la canonizzazione, richiesta dalla sua famiglia, di Amedeo IX e della Beata Margherita. Fondò presso la chiesa dei Teatini un ritiro femminile, dove non erano ammesse che donne nubili, e intitolate da lei Le schiave di Maria; e più di qualunque altra principessa della sua famiglia coltivò la letteratura e la poesia, dimostrando di avere ereditato la sacra scintilla dall’avo, Carlo Emanuele I.
Vari lavori letterari ha lasciato Adelaide, specialmente religiosi, e fra questi vanno rammentati, Raccolta di orazioni devote; un componimento in versi Sulla Vita della B. Chiara degli Agolanti; una Vita di S. Gaetano, ecc., ecc. Insomma, se la non si può annoverare fra le celebrità, come vorrebbe qualche suo