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adelaide di savoia | 253 |
La sua vera indole era vispa e gaia, e tale spesso traspariva anche in mezzo alle contrarietà e alle amarezze a cui era in preda; e ciò la faceva essere in contrasto con quella del marito, taciturno e severo sempre, ma a lei vivamente affezionato. E di questa affezione ella ebbe una toccante prova, che tanto la commosse, quando si recò nel 1659, dopo sofferta una grave malattia, ai bagni di Heilbrum, trovando che egli le aveva fatto costruire colà un edifizio tutto nuovo ed esclusivamente per lei. E da quell’epoca, ed anche oggi, quei bagni si chiamano Adelheindsquelle.
Fossero poi quelle acque, o le preghiere consigliatele come scongiuro contro un malefizio di cui la si diceva vittima e che la rendeva infeconda, o la natura che l’aveva oramai disposta col crescere dell’età, finalmente nel 1660 essa accennò a divenir madre. Questo avvenimento rese tutti felici e contenti intorno a lei, a per la prima, stanca oramai e addolorata di sentirsi troppo spesso ripetere il pregiudizio che, per essere nata gemella, non avrebbe avuto figli. E il 7 novembre, le nacque felicemente una bambina; poi, dopo la malattia cagionatale dalla commozione provata vedendo un povero storpiato cadere sotto le ruote della 5ua carrozza mentre stava per presentarle una supplica, il 22 luglio 1662 ebbe un maschio, che fu poi il celebre Massimiliano Emanuele, del quale fu padrino suo fratello Carlo Emanuele.
Le dolcezze della maternità rendendola felice, la, facevano favorire più efficacemente coloro che a lei si