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252 | le donne di casa savoia |
ed altre eleganze sconosciute a Monaco), e di certi romanzi di cui la forniva il fratello, e che erano ben altra cosa della Filotea richiesta da lei alla Duchessa Cristina; allo studio dell’arpa, fattasi anche quella inviare di Savoia; al gusto del comporre, e del favorire le belle arti, il suo orizzonte si rischiarò, preparandosi intanto lo spirito pel momento in cui suo marito avrebbe prese le redini dello Stato. Fornita d’ingegno vivace, e figlia di Cristina, struggevasi dalla voglia di agire e di essere tenuta buona a qualche cosa, ed ogni nonnulla che potesse fare era per lei grande soddisfazione. Buona e generosa, patrocinava sempre i suoi adepti, nulla curando l’alta o bassa loro posizione, ma soltanto i meriti delle persone, cosa questa eccellente, e non facile a riscontrarsi anche meno in alto.
Era già un anno che si trovava in Baviera, e non accennava ad aver figli, e ciò le procurava uno scoramento ed una tristezza, che non sapeva scacciare con spassi e occupazioni. Nondimeno studiava alacremente, e datano da quei giorni i suoi primi componimenti in versi. Si compiaceva anche nel tirare al bersaglio, cosa che le riusciva assai bene, nel nuoto, ed era appassionatissima per la caccia. Ma la sua maggiore predilezione era per gli studi classici, e si compiaceva particolarmente delle Metamorfosi di Ovidio.
Adelaide manteneva pure vivissima la corrispondenza epistolare con la propria famiglia, e prende parte anche da lontano a tutte le piccolezze che la riguardavano, sembrandole forse di mantenere in tal guisa in essa il suo posticino.