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adelaide di savoia | 249 |
tera di sua madre, serbando, al primo momento, l’incognito per meglio vederla. Pare che i due sposi fossero scambievolmente contenti di loro stessi dopo quell’incontro. Adelaide scrisse alla madre in proposito: «Son divenuta così rossa, e tremavo tanto forte che mi è stato impossibile rompere il sigillo, ed è stato necessario che l’aprisse la contessa Bolchensey. Egli è quindi venuto solo nella mia camera, e non mi è riuscito di rattenere le lacrime: mi ha baciata, ma io tremavo tanto che non potevo quasi parlare.... E’ più bello del suo ritratto, ma ha anche il suo sussiego».
Ferdinando, dal canto suo, uscito dalle stanze della principessa ed incontrato il Lurtz, lo ringraziò della scelta di così vaga ed aggraziata sposina.
Il giorno seguente, Adelaide toccava il suolo della nuova sua patria. Accolta con ogni dimostrazione di affetto da tutta la famiglia, divertita, festeggiata, esaltata, Adelaide, che ebbe la presenza di spirito di mostrare una viva gioia allo scorgere in lontananza gli edifizi di Monaco, non ne ebbe in seguito quanta avrebbe dovuto averne, per essere subito felice nel suo nuovo stato.
La vera benedizione delle nozze fu data senza nessuna solennità, e ad insaputa di tutti, vigendo allora alla Corte di Monaco il timoroso pregiudizio, che qualche nemico, informato del giorno e dell’ora, non facesse qualche malefizio, cosa che, si diceva, era occorsa altre volte, ed era molto usata in Germania. Fu dunque proprio alla chetichella, che alle nove di sera del