Pagina:Gemma Giovannini - Le donne di casa Savoia.djvu/287


maria cristina di borbone 237

piangendo, dimorava in Sospello. Come era crudele la sorte con lei! E fosse il dispiacere per quel malaugurato matrimonio, fosse pel cambiamento di clima, si ammalò di terzana. Ma quantunque ella fosse travagliata dal male, non si volle attendere a celebrare gli sponsali. Eretto un altare nella stanza accanto a quella ove essa giaceva, vi si trasportò ai piedi a stento, ed il Nunzio del Papa compì la cerimonia dinanzi a vari personaggi. A metà della messa ei benedì due anelli uno d’oro e l’altro d’argento, che Maurizio pose in dito a colei divenuta oramai sua sposa, con tutte le formalità civili e religiose.

Maurizio, fino alla maggiorità del nipote, era stato nominato Luogotenente generale a Nizza, e a quella volta s’indirizzò colla principessa, la di cui contentezza si può facilmente immaginare, mentre le popolazioni esultavano per gli accordi che quell’avvenimento suggellava.

Morti, a breve distanza l’uno dall’altro, il cardinale Richelieu e Luigi XIII, e venuta in Francia Reggente Anna d’Austria, madre di Luigi XIV, il cardinale Mazzarino, venuto pressoché dal nulla a rimpiazzare il suo grande confratello, fece a Cristina, al solito, grandi profferte. Ma Cristina non era più la giovinetta inesperta e facilmente raggirabile, che Richelieu aveva per tanti anni giuocata; e poco o nulla si fidò di lui. Infatti essa, in fondo, non riebbe che Savigliano e Cherasco ; pure richiamò di Savoia il Duchino che fece per altro stabilire a Fossano, non volendo che