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220 | le donne di casa savoia |
Le feste splendide, che avevano circondato il matrimonio della sorella, chiamata ad occupare un trono in sì giovane età, abbagliarono talmente la sorellina di lei, Cristina, che da quel giorno non ebbe altro desiderio che esser Regina. A tale scopo si guardò intorno, onde adocchiare qual corona più le sarebbe stato agevole di cingere, e le piacque quella d’Inghilterra, personificata nell’attraente Principe di Galles. Vi era però una difficoltà in quegli ingenui ed intimi piani; il principe era protestante!... Niente paura; Cristina, con quell’audacia e quello slancio che dovevano dare l’impronta al di lei carattere, risolvè di farlo cattolico.
Davvero che le difficoltà non spaventavano l’ardita figlia di Maria dei Medici, che traeva tanto dalla madre per la sete del comando, l’inclinazione agli intrighi diplomatici, e per quel prepotente istinto del bello e del grandioso in arte, che Maria aveva seco portato da Firenze, la città artistica per eccellenza, mentre aveva del padre, con alcuni tratti della fisonomia, di cui tanto si gloriava, il coraggio virile e la vivacità dei modi.
Ma prima ch’ella avesse potuto tentare, neppur col pensiero, la fede del suo ideale (che la sorte riserbava invece alla sorella minore, Enrichetta Maria), capitò a Parigi un figlio di Carlo Emanuele I, il Cardinale Maurizio di Savoia. Fu accolto con gran giubilo e magnificenza, ed incaricato come era, dal padre, di chieddere al Re, pel fratel suo, la mano della di lui seconda