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Spagna al Re suo cugino, che tanti obblighi le aveva, informandolo di tutto. Il Re pensava già a darle qualche possesso tranquillo in Italia, quando mutò pensiero e la chiamò presso di sè a Madrid.

Ricevuta con onori regali, gradita e blandita dalla Corte tutta, fu in seguito inviata Viceregina in Portogallo.

La posizione era bella, e adattata al carattere di lei, ma era una parte odiosa quella datale da rappresentare. Il Portogallo era soggetto a Spagna per forza, e spiava il momento di riacquistare la sua indipendenza. Margherita vi andava, pur troppo, a far le veci dell’oppressore, e non poteva esservi amata. Avesse pur fatto la felicità e la fortuna del regno, il suo governo sarebbe sempre stato condannato. Le rimaneva è vero, da esperimentare la dolcezza e l’amabilità, e colla sua sagacia aveva compreso che forse potevano esserle favorevoli, ma una specie di ministro, postole al fianco da Olivarez, che era il tutto del Re, le impediva di fare, in quel senso, qualunque tentativo.

Fino dal suo primo giungere a Lisbona, Margherita ebbe subito a fronte Luisa di Guzman, moglie dell’imbelle Giovanni, Duca di Braganza, che essa voleva porre sul trono cacciando gli stranieri. Giovanni era l’unico che poteva vantare diritti sulla corona lusitana, sicché Luisa aveva per sé pressoché tutta la nazione, e per conseguenza i di lei incessanti e tenebrosi maneggi finirono per trionfare, e la rivoluzione del 1640 scoppiò e si impose.