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di avervi colla sua abnegazione contribuito, e ne ringraziò vivamente il Cielo.

Altre imprese di Umberto non ricorda particolarmente la storia, perchè l’età in cui visse è oramai troppo lontana, ma la fama di lui, raccomandata alla tradizione, è così grande, che non si cancellerà per volgere di secoli.

Ancilla, stata ottima madre ai suoi figli, sorrideva alla speranza di vedersi ava affettuosa ai nipoti, e cooperatrice alla nuora nel crescerli degni del padre e dell’avo; ma questo suo desiderio parve non dovesse essere appagato, giacchè un bel bambino, Umberto, figlio unico del suo primogenito Amedeo, fu precocemente rapito all’affetto di tutta la famiglia.

E quando Umberto Biancamano morì, nessuna culla, nel castello della Carboniera, attenuava il dolore recato da quel letto di morte. Ciò avveniva nel 1048, ed Umberto fu sepolto nella cattedrale di San Giovanni in Moriana, dove sorge il suo monumento.

Ancilla, cui ogni sua aspirazione sempre fu di rendersi degna del suo nobile compagno, e che «seppe sempre camminare con piè fermo all’altezza di lui, non mai discordando da quella temperanza di costumi che mantiene dignità e leggiadria» non gli sopravvisse a lungo, e buona e mite come era vissuta, si addormentò in questa vita, per ridestarsi al di lui fianco, là dove tutto è imperituro.