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caterina di spagna | 197 |
non fosse mantenuta pel secondo la promessa dell’avo; ma ciò non essendo preveduto allora, non impedì davvero la gioia e le speranze risvegliate da quel parentado.
Verso la fine di gennaio del 1585, Carlo Emanuele, seguito da cento signori della sua Corte, s’imbarcò per la Spagna, recando ricchi donativi per la sposa e per la famiglia di lei, a fine di celebrare le nozze. Il Re venne in persona, con numeroso e brillante seguito, ad incontrarlo a Saragozza, e fece alla sinistra di lui la traversata della città per recarsi a palazzo.
In questa marcia pomposa, il cavallo del Duca si agitava con straordinaria impazienza.
— Che cos’ha il vostro ardente corsiero? — chiese il Re.
E il Duca, ricordandosi di essere in Spagna, e non smentendo la sua sagace accortezza, rispose:
— Sire, sente di non essere al suo posto.
Il matrimonio ebbe luogo l’undici di marzo, con grandiosa solennità, decorato da splendide feste, tornei ed altri sontuosi divertimenti; e Filippo II insignì, in questa occasione, il genero, del Toson d’Oro, e gli fé’ dono della spada che Francesco I dovè deporre a Pavia.
Indi, invitato dal suocero, e con sommo contento della novella sposa, cui troppo sarebbe costato un brusco distacco dal nido, il Duca di Savoia si trattenne ancora in Spagna, per visitarvi quanto vi era di notevole, poi i giovani coniugi s’indirizzarono a Barcel-