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betta di Francia, figlia di Enrico II e sua cugina. Questo matrimonio, pubblicato a Chambéry ai 18 di agosto del 1584, incontrò il plauso universale, e da varie Corti furono spediti ambasciatori in Piemonte, onde rallegrarsene col Duca.

Altera più per la ricevuta educazione che per carattere, Caterina, bella, colta, affascinante, non fu punto insensibile alla scelta di Carlo Emanuele, che se non vantava un regno vasto e potente, era però stimato ed apprezzato assai per i suoi pregi e talenti. Perciò la giovine principessa, dal giorno della solenne promessa a quello degli sponsali, che non fu tanto prossimo, non ebbe altro pensiero ne altra cura, se non di prepararsi a ben comprendere e disimpegnare la sua nuova missione, ed a guadagnarsi l’affetto del suo Duca e del suo popolo.

Carlo Emanuele, ricercando quest’alleanza, si prometteva un forte appoggio per avvalorare i suoi diritti al Marchesato di Saluzzo; e Filippo II promise in più il Ducato di Milano al primo figlio che nascerebbe da quell’unione, ed alla figlia 500,000 scudi di dote, confermandole la riserva dei suoi diritti al trono di Spagna, perchè a Madrid, in mancanza di maschi, ereditavano anche allora le femmine, a preferenza dei rami laterali. Peccato però che tutto ciò non fosse che una promessa; e quel matrimonio, in sostanza, non recò a Carlo Emanuele nessun vantaggio, né di danaro ne di influenza. E peccato del pari che, essendo poi il primogenito di Caterina morto in Spagna a diciannove anni,