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Borgogna; e la sua residenza era nel Castello di Carboniera, nella Contea di Moriana.

Ancilla era giovanissima quando si sposò, nel 1002, ad Umberto; e dopo un giro intrapreso nel dominio, giungendo essi il 15 giugno al Castello, dice la tradizione, uno sciame di cigni, diguazzanti in un laghetto naturale, a piè della balza ove sorgea l’edifizio, si fece incontro alla bella Contessa, e la salutò con grida ripetute e festose, come conquisi da tanta gentilezza.

E gentile, buona e bellissima, ella era infatti al più alto grado, e tutti sono concordi a ripeterlo, quei che di lei, in tutte le epoche, si sono occupati.

Amò il marito veracemente, sentitamente, nè mai ebbe un pensiero o una volontà da lui discorde; e lo fece padre felice di quattro figli, tutti buoni, prodi e virtuosi; Amedeo e Oddone che successero l’un dopo l’altro al padre, Burcardo che vestì l’abito talare e giunse alla dignità di Vescovo, ed Aimone.

Alla morte di Rodolfo Re di Borgogna (che avvenne nel 1032), senza figli, il regno, per volontà dell’estinto, doveva passare nel dominio dell’Imperatore Corrado, detto il Salico, suo nipote d’alleanza; ma Ottone, Conte di Sciampagna, altro nipote, figlio di una di lui sorella, per certe sue buone ragioni da esso escluso dalla successione, vi si oppose e ne tentò la conquista. L’audacia di lui stava per raccogliere buon frutto, essendo riuscito a chiudere prigioniera nella sua stessa reggia la Regina vedova Ermengarda,